domenica 28 novembre 2010

SEZIONE RACCONTI:I LUOGHI SIGNIFICATIVI

La Via Della Conciliazione con la sua imponente casa circondata da un minuscolo giardino con due grandi olivi davanti era la mia "madeleine".Era il mio luogo significativo, il mio luogo emotivo, il luogo dove ancor oggi dopo tanto tempo che non lo vedo più il suo pensiero mi  strizza il cuore.Nel tempo avrei voluto tornarci con tutte le forze, me l'ero scritto nel cassetto dei desideri, avevo calcolato che  era possibile. Non mi ero mai staccata da quel posto e da tutti i suoi abitanti. La città dove mi ero trasferita era un'anonimo quartiere grigio e senza anima dove io ci vivevo solo fisicamente e mio malgrado. Non un albero, un marciapiede, una bicicletta, non un anima viva. Un quartiere dimenticato da Dio e dagl'uomini dove verso sera l'aria anzichè pulirsi dallo smog del giorno puzzava di fuliggine venuta chissà da dove.Un quartiere dimenticato da Dio e dagl'uomini dove non si sapeva nemmeno dove finisse la competenza di un comune e cominciasse quella di un altro. Un quartiere dimenticato da Dio e dagl'uomini dove anche la pioggia decideva di fare il suo comodo più lì che altrove.
Giovanna mi chiedeva spesso:- Perchè non torni in via della Conciliazione? se solo lo vorresti davvero le condizioni materiali le avresti.
- Solo quelle materiali. Ne mancano molte altre e tu sai bene quali.........
- Ma fregatene e comincia a pensare un pò più a te stessa!- ribatteva lei
- Fosse così semplice, ci fosse davvero un ON/OFF con semplice risposta binaria l'esistenza dell'uomo non conoscerebbe tormenti...ma non è così mia cara amica-feci io.
Qualche tempo fa, complici le vacanze, tornai davanti  alla casa con gli olivi e sul marciapiede vidi il nonno con un aria stanca ed invecchiata. Era un pò più curvo del solito, gli occhiali appoggiati sulla testa , una pesante camicia di flanella a quadri e un paio di jeans gualciti ; stava spazzando le foglie dal marciapiede.Davanti alla mente mi è passato il marciapiede di trent'anni fa, tutto in cemento ma sovrastato da un tettoia di edera e roselline nane che io osservavo sempre stupita ad ogni fioritura primaverile.Sotto il porticato d'edera vedo ancora qualche bambina che giocava alla settimana o con l'elastico.L'immagine del nonno e del marciapiede semiabbandonato mi mise addosso una grande tristezza e mi riportò ad un'altra realtà: dal cassetto dei desideri avrei dovuto togliere la casa con gli olivi.Avrei estratto il terzo bigliettino dei miei quattro desideri più grandi e lo avrei stracciato.
 E quando ti rendi conto che i sogni che ti hanno fatto compagnia per tanti anni se ne vanno è come se dietro di sè lasciassero una voragine costellata da ossi di seppia.

Ognuno di noi ha i suoi luoghi significativi sia che siano luoghi fisici o luoghi dell'anima. Ognuno di noi ha la sua "madeleine".

5 commenti:

  1. Immagino la tua nostalgia e la tua tristezza...è capitato anche a me.

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  2. Mai far fuggire i sogni!Ciao Mara, benvenuta nel mio blog, e io ora sono da te. Vedo che abbiamo la grande Stella in comune. A dire il vero c'è anche Jaz , ma io non riesco più ad entrare nel suo blog e non so perchè. Alla prossima!

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  3. ai tempi della scuola superiore (taaaaaaaaaaanto tempo fa), il mio luogo significativo era la chiesetta appiccicata alla scuola, che originariamente era un convento. Una chiesa del trecento, stupenda nella sua semplicità...era lì che mi ritrovavo.
    Ora non ho più un luogo significativo fisico, e non sento neanche la mancanza di quello passato.
    E' più una ricerca interiore e un continuo scoprire me stessa...

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  4. Mammamarina@ Benvenuta anche a te...e in comune mi sa che abbiamo anche lo stesso lavoro.....
    Fabdo@hai ragione.Ma alcuni luoghi rispecchiano semplicemente il nostro modo di essere e li rendiamo significativi per alcune risposte che lì troviamo piuttosto che altrove......Rifletto che bisognerebbe staccarsi da questo stato e fare un salto...

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